15 dicembre 2011

Guida al reportage - Fase 4: PROGETTO

La vita è imprevedibile e perciò non conviene fissarsi troppo su quello che può succedere anche davanti alla nostra macchina da presa. Alcuni obiettivi, però, ce li possiamo porre...e chi ce lo vieta?!
E' il nostro modo di essere oppure è come ci siamo svegliati che ci spinge ad essere dei fotografi attenti alle minime espressioni emozionali oppure fotografi che preferiscono non entrare in confidenza con gli attori riprendendo in maniera distaccata una certa situazione.
Non si può dire che una scelta sia giusta e l'altra meno. Si tratta solo di stabilire il grado di approfondimento del reportage: emozionale o descrittivo. Teoricamente basterebbe poco ad attuare ciascuno dei due approcci: nel primo caso (reportage emozionale) basterebbe scegliere obiettivi di grande lunghezza focale, oppure effettuare riprese molto ravvicinate direttamente da dentro la scena. Nel secondo caso (reportage descrittivo) basterebbe un punto di presa più "lontano" e meno confidenziale. Magari arrampicati sopra un balcone!
Nella realtà sono i particolari che si cercano e che si trovano a determinare la tipologia dello scatto ed è conveniente arricchire il reportage con foto emozionanti e foto descrittive in modo da restituire un quadro generale della storia.
Se la mamma non ci avesse detto che cappuccetto rosso aveva un vestito rosso, come si sarebbe chiamata la storia??? L'importanza della descrizione...
Se la mamma non ci avesse detto del naso grande, delle orecchie grandi, degli occhi grandi, ecc, avremmo capito chi c'era nel letto della nonna? L'importanza dei particolari e quindi delle emozioni!
Nel "progetto" si deve pensare di dedicare un bel po' di spazio ai "fuori onda" e "dietro le quinte". Certi momenti li vivono i protagonisti, da soli. E quei momenti nascondono ansie, momenti di tensione, sorrisi, congratulazioni o rimproveri. Un reportage darà soddisfazione quanto più completo sarà.
Scattare 500 fotografie tutte in un'occasione non deve farci pensare che non c'è sfuggito manco un secondo  del racconto e che il tutto funziona! A 'sto punto uno comprava una telecamera e faceva il filmino cogliendo momenti belli e brutti tutti insieme!!! Personalmente ho la cattiva abitudine di riempire una, due, tre schede di memoria e di gettare nel cestino un sacco di schifezze. L'autocritica è un punto a favore ma bisognerebbe cercare di progettare delle uscite con un numero limitato di scatti. Il rullino era un amico ed un nemico: 36 scatti al massimo...come uscivano, uscivano...! Dunque massimo impegno, creatività a palla ed attenzione scrupolosissima. 36 istanti, sul posto, non sono molti. 36 foto, al computer, sono tantissime e rischiano di raccontare una storia troppo lunga! In definitiva bisognerebbe partire da casa con l'obiettivo di non eccedere nelle foto destinate alla spazzatura e di godersi una ventina di scatti ben composti e raccontati.

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