19 agosto 2012

Sole grande e (g)rosso!

...e così mi portarono in piscina insieme a mio fratello per un corso estivo che avrebbe dovuto invogliarci ad iscriverci alla stagione di nuoto che sarebbe dovuta iniziare un mese più tardi. Ma, al di la di qualche ora a mollo attaccati vicino al tubo della corsia di bordo, non ci insegnarono nulla e così la passione per il nuoto non m'è venuta. Tutt'ora credo di essere il più scarso dei nuotatori autodidatti, me ne accorgo quando vado al mare ed entro nel panico quando mi sembra di non riuscire a toccare.


Tuttavia sono innamorato del mare inteso come luogo naturale dove riuscire a farsi una bella passeggiata con la fidanzata (sopratutto quando il sole non scotta) e dove riuscire a scattare foto carine e pure divertenti.


Con la famiglia abbiamo fatto un giro nella zona di Vasto dove mi avevano detto ci fossero dei posti di grande valore paesaggistico. Ho fatto finta di non crederci ed ho "costretto" genitori, fratelli e fidanzata a salire in macchina per portarmi a vedere di persona queste località speciali.


Odio il navigatore satellitare perché troppo spesso ti porta diritto a destinazione. Amo, invece, il modo di guidare e di orientarsi di mio padre: non segue neppure una indicazione, gira a vanvera e, spesso, finisce per trasportarci casualmente in posti meravigliosi! Con piacere posso dire di aver ereditato questa capacità di perdersi per strada...ci vuole fiuto!


Destinazione principale doveva essere Punta Penna ma, come già detto, non è divertente arrivarci spediti! E così, mentre eravamo tutti affacciati ai finestrini attenti a scorgere il bivio giusto da imboccare, ad un certo punto ci siamo buttati per una stradina sconosciuta che sembrava portasse al mare.


Infatti, per pura fortuna, abbiamo trovato una scalinata in terra e legno che scendeva in una piccolissima baia fatta di sassolini coloratissimi e scogli più o meno arancioni, investiti da onde bianche e cariche di energia.


Da qui si intravedeva una strana struttura di legno costruita qualche decina di metri più avanti. Per spostarci da quella parte siamo dovuti passare in mezzo all'erba e davanti ad una rete che conteneva le ire di un cagnone abbaiante! Per fortuna, tutti salvi!


Davanti ai nostri occhi ci siamo trovati questa passerella molto lunga fatta di tronchi e tavole di legno. C'ho messo i piedi sopra e traballava tutto quanto. Ma il legno, si sa, è così! Con l'animo del conquistatore impavido, appoggiandomi sulle precarie ringhiere in fil di ferro, sono arrivato fino in fondo alla passerella.


Qui c'era un cancello chiuso a lucchetto, ma forse non era così importante andare oltre perché quanto c'era da vedere lo si scorgeva anche da qui: sui tronchi che sostenevano le reti da pesca buttate in mare erano allineati un sacco di gabbiani.


Stavano lì tranquilli anche se mi avevano visto benissimo: evidentemente il cancelletto chiuso li rassicurava. Probabilmente non avevano calcolato che ero pronto a puntare contro di loro un cannone fotografico!!! Infatti con il mio bel teleobiettivo li ho fatti secchi uno ad uno e sono disposto a mettere le loro foto sui giornali di gossip!!!


Quante righe c'ho messo per raccontare tutto questo? Be', in realtà tutta questa avventura è durata cinque minuti anche perchè mio padre non stava sereno su quel legno ballerino.
Il sole stava calando e Punta Penna era ancora una meta da raggiungere. Con l'acceleratore schiacciato non siamo riusciti a raggiungere grosse velocità visto che il traguardo era poco più avanti, proprio al porto di Vasto. Era da qui, infatti, che si entrava a Punta Penna. La cosa strana è che noi arrivavamo e tanta gente andava via. Pensavamo che stessero chiudendo la spiaggia!!! Stavo quasi per rimpiangere la scelta di non usare il navigatore.


Ci siamo avviati comunque, controcorrente. Un centinaio di metri ci hanno portato con i piedi sulla finissima spiaggia di uno dei paesaggi marini più belli che abbia mai visto!
Partendo dall'orizzonte e proseguendo verso terra vedevo il mare senza scogli, la spiaggia, le dune ricoperte di piante dorate e una parete di roccia ed alberi.


Ad animare la scena c'erano ragazzi che giocavano in acqua e sulla spiaggia, un fotografo che faceva un servizio fotografico ad una modella, un tizio che faceva esercizi strani di contemplazione e tanti gabbiani. Insomma: Punta Penna era tutt'altro che chiusa!
Forse mi conviene parlare poco di questo posto e affidare ogni descrizione ad alcune immagini che ho ripreso.


Lo scatto più bello l'ho fatto ai miei genitori mentre, come due giovinetti innamorati, se ne andavano passeggiando sul bagnasciuga infuocato.


Nel frattempo, dietro le montagne, calava il sole grande e (g)rosso di Punta Penna.