6 luglio 2014

"La vita si cammina! La vita non si gira" - Papa Francesco in Molise

Era identico a quando lo vedi in televisione. Sorridente nel vestito indisciplinato che gli intrappola la testa quando tira vento; un po' sbadato, estremamente diretto e ancora sorpreso della figura che si trova a rappresentare. Ho stima e fiducia nei suoi confronti.
Eppure io il Papa a Campobasso me lo sarei visto tranquillamente in televisione perché i numeri che si raccontavano erano tremendi: 200.000 visitatori in una Campobasso che, con la metà delle persone, a Corpus Domini è impercorribile.
La sera del 4 luglio ho fatto un giro per la città con i ragazzi dell'associazione fotografica per poter coordinare il nostro reportage. Le strade cominciavano ad essere transennate negando il passaggio alla maggior parte dei veicoli. Tutto il centro era quasi sgombro di automobili sia in transito che in parcheggio. C'erano solo tante persone libere di camminare con i bambini liberi di correre e di giocare senza preoccupazione. Nel frattempo i maxi schermi montati per trasmettere i video del Papa erano attivi e dalle casse si sentiva l'audio delle trasmissioni Rai.
Con me avevo la macchina fotografica ed un obiettivo 80-400 da provare per capire se dallo spazio destinato a noi dell'associazione ci fosse possibilità di fare qualche primo piano al Papa. La distanza era veramente grande ma sicuramente qualche buona inquadratura non era compromessa. Il rientro a casa in automobile, con Francesco e Novella, è stato assurdo: la strada per arrivare a casa era contorta e deviata dalle transenne e dai posti di blocco preparati alla sicurezza! Raggiunta casa ho passato il tempo ad aspettare la ricarica completa della batteria della macchina fotografica e, dopo l'una, sono andato a letto in tutta tranquillità senza realizzare pienamente la storia che avrei incontrato il giorno successivo.
Essendo una delle notti più calde di questa estate improvvisata, ho preso sonno tenendo aperta la finestra. Verso le tre, mentre dormivo tranquillamente, ho iniziato a sognare la sveglia che mi segnalava le 5.00! Mi sono destato ed ho visto il telefonino immobile accanto al letto. Nel frattempo, fuori dalla finestra, sentivo il passaggio cadenzato di automobili e motociclette, sicuramente al servizio della sicurezza. Mi sono rimesso con la testa sul cuscino ed ogni volta che riprendevo sonno mi ripartiva il sogno della sveglia. Stavo iniziando a metabolizzare l'importanza della giornata che stava sorgendo!
Anticipando di 10 minuti il "drin drin" del telefono, mi sono alzato ed ho iniziato a preparare la borsa della macchinetta. Quando era pronta ho fatto un ragionamento sulla mia povera schiena che, ormai, non regge più il peso di tutta l'attrezzatura su una sola spalla. E così ho trovato uno zainetto nuovo e leggerissimo e dentro c'ho spostato il contenuto della borsa. Mangiato un cornetto e bevuto un succo mi sono buttato in strada intorno alle 5.30 incontrando Marco.
Spostandoci verso il centro abbiamo incontrato le prime persone dirette verso il campo sportivo Romagnoli, le macchine delle forze dell'ordine, le bancarelle con le bandierine, i venditori di giornale ambulanti che mettevano bene in vista i titoli su Papa Francesco in Molise. C'erano poi i balconi già pronti con le bandiere del vaticano, gli striscioni e le foto del Papa attaccate sui tabelloni destinati alle pubblicità.
Addirittura, in qualche punto, c'era già una breve fila ai bagni chimici!
L'ingresso al Romagnoli era già abbastanza assediato dai fedeli in fila mentre, nello spazio stampa destinato ai fotografi, c'era tutto il posto che volevo...è bastato un attimo per prendere esattamente il posto che avevo studiato la sera prima!
Le 16.000 sedie disposte sul campo erano ancora vuote e prive del sole che stava sbucando dietro i palazzi accanto al carcere. La giornata era già abbastanza calda.
In pochi minuti Roberto ha raggiunto me e Marco ed abbiamo iniziato a scattare fotografie al luogo, agli operatori, alle forze dell'ordine e alla gente che si avvicinava ai punti di ingresso.
Ho avuto modo di avvicinarmi al palco, una grossa capanna costruita con le canne verdi. Lì sotto c'era il palco in ferro battuto realizzato da un senegalese (se non ricordo male) e la statua plurisecolare della Madonna della Libera di Cercemaggiore. Mentre osservavo tutti i dettagli sono rimasto colpito da una delle guardie che, con un cane opportunamente addestrato, sondava l'intera superficie del palco ogni tot di tempo!
A me che sono abituato a vivere in una città più o meno tranquilla che ospita piccoli eventi, vedere scene del genere ha destato un po' di preoccupazione!
Ad un certo momento la mattinata sembrava già in orario avanzato...invece erano poco più delle 7.30! In due ore avevo già scattato qualche centinaio di fotografie ai dettagli intorno a me ed il grosso doveva ancora arrivare! Dal mastodontico impianto audio, nel frattempo, sono iniziati ad arrivare i primi segnali del grande evento: "Uno, due, tre, prova" e subito dopo le melodiche ed incisive note di un disco strumentale realizzato dieci anni fa dal migliore chitarrista italiano, Dodi Battaglia.
Con un po' di anticipo rispetto alle previsioni le transenne sono state aperte. Per quello che ho capito gli operatori facevano passare le persone per 40 secondi e poi richiudevano il passaggio dando modo al pubblico di trovare con calma il proprio settore. E' stato da questo momento in poi che ho iniziato a scattare fotografie un po' più divertenti: finalmente c'erano persone in quel campo enorme. Avevano con loro le bandiere, gli stendardi delle parrocchie, i cappellini dell'evento! Tutti gioiosi e pimpanti, per nulla dispiaciuti di aver rinunciato a qualche ora di sonno o ad una bella giornata al mare.
Dall'altra parte arrivava il coro ed il musicista provava alcuni passaggi del suo spartito. Per le 8.00 un elicottero è passato sulle nostre teste. Ho pensato fosse il Papa. Era solo la Polizia.
Alle 8.30 spaccate un altro rombo ne cielo ed ecco un elicottero tutto bianco: era quello del Papa! Chissà cosa avrà pensato a vederci tutti lì, un'unica massa di colori ma tante persone distinte in trepidazione.
Dagli schermi giganti iniziavano a vedersi le immagini di Papa Francesco atterrato all'Università. Lì c'erano Danilo, Novella, Domenico, Sara e Mariaconcetta a fare fotografie e mi tenevano aggiornato sugli avvenimenti. Ho pensato che, forse, la vita da reporter/giornalista dev'essere interessante e al contempo stressante.
Con il caldo le persone hanno iniziato ad avere qualche difficoltà e, finalmente, la Protezione civile ha iniziato a bagnare la folla con acqua nebulizzata. Naturalmente c'è stata anche qualche presa di posizione di qualche fanatica operatrice della protezione civile che alla richiesta di acqua da parte mia rispondeva:"Non te la do perchè te la puoi andare a comprare. Oppure te la potevi portare da casa. Dalle 9.30 la diamo ai fedeli!". Ho pensato che a certe persone basta un'uniforme per perdere il cervello. Che pena mi fanno...mi verrebbe da chiedere: ma chi ce li ha messi lì?!? Bocca mia, taciii. Forse non aveva ragione nemmeno Pasqualin u paparazz quando, sbagliando a leggere la scritta dietro la loro polo ha detto: "Chiss chi so'? La protezion anemal?". Le bestie non si trattano così.
Tra foto, gente impazzita e colori in movimento, il Papa è uscito dall'Università e la gente si è seduta composta sulla propria sedia. I corridoi si sono svuotati e, dopo 10 minuti, il Papa era lì!
Sono arrivate prima le motociclette della Polizia, poi un'auto ed infine, correndo come una freccia, è balenata la Papamobile! A mio parere l'autista della carrozza motorizzata è un folle!!! Il Papa viaggiava a velocità assurde. Un vigile fiscale gli avrebbe fatto una multa, al 100%! Al primo giro record la gente lo ha visto come una furia. Poi, entrato nel campo, l'autista avrà allentato la pressione sul pedale dell'accelerazione ed il Papa ha perso la cuffietta! Ma Papa Francesco è un grande, è semplice. Lui queste cose le prende con il sorriso e la gente per questo lo sente vicino. Il secondo giro tra i corridoi è stato più ragionevole. Qualcuno gli ha lanciato la maglia del Campobasso. Poi ha preso due bambini dal pubblico e li ha amorevolmente benedetti. Infine ha raggiunto il palco e lì, dopo essersi preparato, ha iniziato la sua celebrazione.
Con rispetto per la Santa messa, per il Papa e per i fedeli, mi sono spostato all'interno del campo per avere una veduta fotografica migliore. Siccome molti dei nostri fotografi concittadini e corregionali, amatori e professionisti, spesso sono dei villani, la sicurezza ha allontanato tutti i reporter rimandandoli nella distante piazzola destinata alla stampa. La discrezione che ho avuto nel rannicchiarmi fin da subito sotto le transenne mi ha permesso di rimanere sul campo, seduto direttamente sula terra; in questa maniera ho potuto continuare il mio lavoro senza problemi per me e per gli altri.
Nonostante siano passate poco più di 24 ore dalla messa, non ricordo più cosa sia stato fatto e cosa sia stato detto. Me la ricercherò su internet per rivederla con calma. Purtroppo la fotografia mi fa distrarre, mi prende troppo e finisco per non riuscire ad ascoltare. Mio limite.

Dopo la messa sono uscito di corsa dallo stadio cercando di arrivare per il corso dove il Papa sarebbe passato di lì a poco. Immaginavo di trovare fiumare di gente ed invece sono convinto che il giorno dei Misteri la folla sia molto più numerosa.
Sono salito su un muretto di villa dei cannoni ed ho atteso l'arrivo del pontefice. Anche qui la papamobile sembrava una Ferrari in quanto a velocità! Se non fosse stato per i miei scatti ad 1/1250 di secondo non avrei beccato nulla! L'autista papale, per me, è da licenziare...un folle!

Non avendo null'altro da fotografare me ne sono tranquillamente sceso verso l'eliporto dell'Università, mangiando un pezzettino di pizza. Arrivato lì sono salito in ufficio stampa per avere notizie sul percorso del Papa. In quel momento era a pranzo con i poveri. Sarebbe arrivato all'eliporto quasi tre ore più tardi. Così ha deciso di scendere sotto i portici, occupare una panchina all'ombra e riprendere un po' di fiato. In verità mi sono tolto anche le scarpe che, in una giornata rovente, erano diventate due forni!

Dopo tanta e tanta attesa mia madre, seguendo la diretta di Telemolise, mi ha chiamato dicendo che il Papa si stava mettendo in marcia verso l'eliporto...ma senza papamobile!!! Ho immediatamente pensato:"Per fortuna l'hanno licenziato quella sorta di Nuvolari!".
In 10 minuti il Papa era lì, accolto dagli ultimi ed instancabili fedeli e fotografi. Dopo il saluto alle autorità locali Papa Francesco è salito sull'elicottero, gli hanno chiuso il portellone ed è rimasto ad osservare la gente. In quel momento ho capito tutto, sono tornato cosciente. Qualcosa di importante me lo aveva lasciato, dentro. Lui stava andando via ed io sentivo una sensazione incerta tra l'abbandono e la rassicurazione di essere seguiti e non dimenticati. Per un giorno era stato così tanto uno di noi che quasi non m'ero accorto della sua importanza simbolica. Era stato un po' come il nonno buono che tutto da e nulla chiede in cambio.
Le eliche hanno iniziato a girare; ho aumentato la velocità dello scatto a 1/2000 di secondo e le ho fotografate sperando che fossero ancora ferme. Al display sembravano immobili ma l'elicottero si è alzato, ha ruotato su se stesso ed è andato via.
Sono rimasto a guardare il cielo e poi mi sono riavviato verso gli amici dell'associazione che mi aspettavano. Neppure un minuto e riecco l'elicottero bianco sopra l'eliporto. Ho pensato:"Papa Francesco è tornato! Non poteva lasciarci così..."! Ed invece era un altro elicottero. Quello per gli altri compagni di viaggio del Papa.
Chissà quando lo rivedremo...

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