18 maggio 2012

Le pagnottelle di San Giuseppe


L'abitudine mi porta a non riuscire a fare a meno del pane, neppure quando mangio la pizza di patate! Addirittura c'è qualcuno che mi supera: alcuni non riescono a fare a meno di una fetta di pane in accompagnamento ad un piatto di pasta o, addirittura, alla frutta! Mi ricordo che i miei nonni erano abituati così e, in generale, nel nostro Molise non è raro capire quanto questo prodotto di grano e fuoco sia indispensabile.


In generale, non solo a Guardialfiera, proprio con i panini o con le pagnottine, nei giorni antecedenti la festa dei Santi o nei giorni stessi della ricorrenza si fanno le così dette "devozioni". Alcuni di questi giorni di riferimento sono il 19 marzo ed il 1° maggio per San Giuseppe ed il 13 giugno per Sant'Antonio di Padova.


Quest'anno sono capitato a Guardialfiera proprio un giorno che preparavano le pagnottelle per la devozione a San Giuseppe per il 1° maggio. Una gentilissima famiglia che conoscevo mi ha dato la possibilità di vedere come funziona tutta la preparazione dei pani. Siccome il lavoro è iniziato in nottata, ho preferito assistere solo alle fasi conclusive della mattina!



Elementi indispensabili: devozione e volontà! Poi sicuramente un forno, della legna in abbondanza per il fuoco; acqua, farina, lievito, per le pagnottelle; impasto, sale, olio, bicarbonato per la pizza "scisc'"!


Come dicevo, la famiglia che fa la devozione cuoce nel proprio forno le pagnottelle per i passanti che vanno a prendersele. Quindi si impastano le pagnottelle, di circa mezzo chilo ognuna, e si conservano in grandi ceste in attesa di essere infornate.


Nel frattempo il piano e le pareti del forno si scaldano con le fiamme del fuoco. Quando la temperatura è abbastanza alta, la brace e la legna che ancora brucia vengono spostate momentaneamente nel camino, lasciano il posto alle pagnottelle!
Quindi sulla pala da fornaio viene sparsa un po' di farina per favorire lo scivolamento quando la pagnotta arriva nel forno! E così per una, due, tre, ..., venti, ecc.!


La cottura è più veloce di quanto pensassi: con circa quaranta minuti le pagnottelle si fanno belle dorate, cotte e pronte per essere ritirate dalle famiglie devote!


Chi arriva a prendersi le sue due pagnotte dice:"San Giusepp, uann ch' bè cchiù cuntient" (San Giuseppe l'anno prossimo sarà ancora più contento) e gli viene risposto:"Iss' è 'u padron'" (Lui è il padrone, quindi dipende dalla sua volontà)!


Oltre alle pagnotte si fa anche la "Pizza Scisc" che, in teoria, si fa per recuperare i ritagli di pasta rimasti dalla lavorazione delle pagnotte. A questi ritagli reimpastati si aggiunge olio, bicarbonato, sale e finocchio. E viene fuori qualcosa di incredibilmente buono da mangiare caldo!


Se poi questa pizza è accompagnata con i salumi fatti in casa, tipo una pancetta eccezionale, è davvero il massimo!


Vivendo da vicino queste situazioni che sono quasi dei riti, mi sembra di tornare indietro nel tempo a trovarmi dentro tutte quelle tradizioni che a Campobasso stanno via via sparendo e che mia madre mi racconta che una volta, invece, erano momenti di gioia, di compagnia, di famiglia.
Credo che inizierò a disegnare la nuova mappa dei tesori perduti: nei nostri paesi ce ne sono di cose da riscoprire e riportare alla luce delle nostre giornate di monotoni cittadini!

1 commento:

  1. Bel racconto di un'altra di quelle tradizioni molisane che non conoscevo e di cui il Molise è pieno; questi racconti sono utili a non far dimenticare a noi "gente moderna", la ricchezza del nostro passato, fatto anche di storie piccole.

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