4 aprile 2012

In giro sull'UNO NERO

Con tutto il rispetto per il "Peperone di Weston" e per gli amanti dello still-life, per me la fotografia significa sopratutto uscire di casa e conoscere qualcosa che non riesce a farsi contenere in una stanza.
In camera mia non potrò mai incontrare gente che passeggia, bambini che corrono, carabinieri che fanno un posto di blocco oppure cartelloni pubblicitari tutti colorati.


Le mie escursioni fotografiche me le faccio a piedi oppure in macchina per raccogliere nel mio "cestino fotografico" i frutti di giornata sbocciati dalla vita reale. Ma un'alternativa c'è: comprare in edicola un biglietto della corriera urbana e farmi portare in giro senza lo stress del traffico e con il vantaggio di essere invisibile dietro il finestrino!


Le persone che girano in città non ci guardano mai o quasi mai dentro il pullman e quindi non bisogna fare i conti con la soggezione di realizzare un ritratto! I bambini, però, hanno una sorta di sesto senso: ti individuano subito!!! Magari ti salutano e ti cacciano la lingua! I più grandi, invece, non la prendono sempre bene: più che altro non s'aspettano che qualcuno gli stia puntando contro un obiettivo. In pochi secondi arriva puntuale la risatina ed il dito puntato verso di te per farmi capire che sei stato beccato!



Chissà quanti fotografi, o amatori come me, hanno già fatto questa esperienza. Io di certo non ho inventato nulla; ho semplicemente provato una cosa nuova per me che, da cattivo cittadino, troppo spesso mi muovo in macchina. Sono certo che con la benzina a 2 euro al litro conviene spendere 60 centesimi per un giro in autobus.


Tornando all'aspetto fotografico devo dire che esistono un po' di problemi con cui misurarsi: non è molto semplice ottenere una messa a fuoco precisa e delle foto prive di mosso.
Nella mia poca esperienza fotografica ho pensato che lo scatto a priorità di tempi possa essere di aiuto per un reportage da realizzare dal seggiolino di un bus! Tante volte, però, un mosso ci può anche stare!


Il mio tour è iniziato dopo aver chiesto al giornalaio quale fosse il percorso più adatto per incontrare tanta gente e toccare tutti gli angoli della città. Il suggerimento di prendere l'UNO NERO delle 17.33 si è rivelato incredibilmente favorevole a quello che volevo scattare!


Non immaginavo che in un'ora di tragitto potessi trovarmi davanti tante scene così diverse: giovani fidanzati, persone al lavoro, ragazzi all'uscita di scuola, donne con i passeggini, nonnine incamminate verso le chiese, mani alzate a chiedere un passaggio al mezzo pubblico!


Per non parlare dei diversi modi di vestire, di portare i capelli, di relazionarsi con gli altri, di aspettare il verde al semaforo, di parlare al cellulare!
Sono rimasto molto colpito e, devo ammetterlo, in alcuni momenti mi sono sentito parecchio impacciato perché bisogna stare molto svegli se si vogliono catturare delle scene di valore.


Un pullman in città scorre via come un nastro in avanzamento rapido: mille scene ti passano davanti e non sai quali di quelle riesci a tenerti a mente. Sai quante te ne perdi?!?


Segnerò in agenda una corsa settimanale per vedere cosa muove la città, affidarmi a quello che capita. L'obiettivo numero uno, alla prossima uscita, sarà quello di trovare la tecnica giusta per ottimizzare i risultati!

3 commenti:

  1. Beh, valutando le condizioni in cui hai scattato debbo farti i miei complimenti perchè vedo tanti scatti interessanti, davvero un bel racconto e un'ottima idea. Fuori da tecnica e composizione ho un debole per la seconda, mi ricorda il film "Il cielo sopra Berlino" :-D

    RispondiElimina
  2. ottimi scatti! complimenti per l'idea e la realizzazione... la mia preferita è la prima!

    RispondiElimina
  3. Complimenti Stefano, hai colto momenti veri e naturali sfruttando un'idea che onestamente ammetti non essere originale ma che hai mostrato di saper elaborare con molta personalità.
    L'utilizzo dello scatto a priorità di tempi è un'opzione che, in questi casi, obbliga l'esecutore ed il bianco e nero mi sembra la scelta migliore, perché con la sua essenzialità permette di concentrare l'attenzione dell'osservatore sui fatti nudi e crudi.
    Buon inizio, peccato che a Campobasso abbiamo poche linee di autobus, ma non è detto, che non se ne possa ricavare tanto, per un occhio attento come il tuo.
    Ciao.

    RispondiElimina